Critica

l'Adige - lunedì, 26 settembre 2005
Palazzo Lodron gremito per il Lagarian Ensemble, ospite del Festival
La chitarra di Panjkovic esalta Mozart

NOGAREDO – Nella splendida sala di palazzo Lodron gremito soprattutto da ospiti stranieri il Lagarian Ensemble ha regalato sabato agli spettatori una mattinata insolita e gradevole. Ha aperto il concerto infatti la prima assoluta del noto compositore trentino Riccardo Giavina col suo divertissement “Mozart Rhapsody”: una fantasia che rivisita con grande intensità emotiva il tema di alcune celebri melodie mozartiane tratte specialmente dalle opere più familiari al grande pubblico, come Le nozze di Figaro e il Don Giovanni. Sapiente il gioco di concatenazioni ed evocazioni ad incastro, in cui si potevano riconoscere arie famose da “Là ci darem la mano” a “Voi che sapete che cosa è amor”, e ancora “Madamina, il catalogo è questo”… Se da un lato è felicemente riuscito l´intento di valorizzare le caratteristiche espressive delle melodie mozartiane, altrettanto è riuscito l´obiettivo certamente più complesso di rendere le psicologie dei vari personaggi operistici e le loro vicende. Ma Giavina è riuscito anche nel proposito di valorizzare sia il quartetto     d´archi – un consolidato sodalizio tra i due violinisti Alessandro Cotogno e Cristina Giovannini, con Giuseppe Calliari alla viola e Fabrizio Nicolini al violoncello – sia la chitarra, insolito accostamento, ben riuscito anche per la forte personalità di Alexandar Panjkovic. E la chitarra, strumento mediatore tra attività musicali d´arte e musica popolare, è stato il filo conduttore di tutta la matinée, proseguita quindi con l´esecuzione del Quintetto opera 143 di Castelnuovo-Tedesco (del 1950) in cui la chitarra ha trovato forse ambiente e spazio più adatti di espressione, trionfando poi, in ottimo ed equilibrato dialogo con gli altri strumenti, nel movimento finale in tempo di travolgente fandango del Quintetto G.448 del Boccherini.
N.R.

l'Adige - domenica, 19 ottobre 2003
Rovereto: il recital di Panjkovic dedicato a Mozzani
Magia per chitarra

ROVERETO - Davvero piacevole il récital dedicato a Luigi Mozzani e a compositori sudamericani del 900 il venezuelano Antonio Lauro e Augustin Barrios Mangore del Paraguay che ha aperto giovedì sera la seconda rassegna concertistica promossa dalla Civica Scuola Musicale R. Zandonai in sinergia con l'associazione Filarmonica. Alexandar Panjkovic, docente della scuola Zandonai, diplomato in chitarra classica presso il Conservatorio di Sarajevo nella classe della prof.ssa Mila Rakanovic, perfezionatosi presso l'Accademia Internazionale Superiore di Musica Lorenzo Perosi a Biella nella classe del Maestro Angelo Gilardino, si è svelato solista raffinato ed elegante, di straordinaria maestria tecnica ed espressiva. Ha dipinto i diversi brani proposti attraverso una ricchissima gamma timbrica: suoni caldi, colori delicati e quel tipico languore sudamericano che Panjkovic ha saputo trarre dal suo carisma interpretativo hanno esaltato i Seis Valses Venezolanos e quelle indimenticabili Variaciones sobre una cancion infantil di Lauro, per giungere, attraverso brani di Mozzani tra cui le notissime Feste lariane - al gran finale de La Catedral di Mangore. In un'epoca come la nostra, spesso dominata in campo musicale da eccessi interpretativi e marcate ridondanze, colpisce trovare un musicista che costruisce il proprio credo artistico sulla delicatezza e la capacità di sussurrare profonde emozioni facendo cantare la sua chitarra.
N.R.